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La re-visione della poesia

13,00 

Più che a un critico letterario Morasso assomiglia a un appassionato sapiente della “cosa” poetica. Esorta di continuo il lettore a capovolgere le idee più consuete – giungendo a proporre, addirittura, il «recupero dell’anagogia come chiave ermeneutica» e a individuare un’ipotetica Legge a pro dei «poeti autentici» – e ci spinge a rileggere la storia recente della poesia (italiana) con uno sguardo aperto all’interrogazione sulla veridicità di vicende visionarie e gerarchie di valore date per assodate.

Description

In questo nuovo, ardimentoso libro sui generis, Massimo Morasso sottrae la poesia a chi tende a strapparla dalle sue radici metafisiche e ne fa una provocazione scientemente anacronistica.

Massimo Morasso, genovese, è germanista di formazione. Di poesia, ha dato alle stampe il ciclo de Il portavoce (con vari editori fra il 1997 e il 2023), e altri quattro libri. Saggista, ha scritto in volume su Cristina Campo, William Congdon e Rainer Maria Rilke. Ha pubblicato inoltre lo zibaldone metaletterario Il mondo senza Benjamin (Moretti & Vitali 2014) e quattro

tessere saggistico-narrative del mosaico autofinzionale di Un solo mondo (con Lamantica, a partire dal 2017). È traduttore dal tedesco e dall’inglese. Dirige la rivista “ΛV”, collabora a numerose riviste e alle pagine culturali di alcuni quotidiani.